EMDR psicoterapia del trauma
Il trauma psichico rappresenta una condizione relativamente frequente nelle esperienze umane, facendo riferimento con esso ad esperienze di rottura della continuità nel senso di sicurezza e integrità personale e di prevedibilità dell’esistenza, quali incidenti, lutti, gravi malattie, eventi relazionali sfavorevoli.
L’evento traumatico tende a lasciare una traccia che porta a rivivere il senso di allarme, di ansia, di paura vissuto a causa del trauma, anche a distanza di molto tempo.
Nel bambino l’EMDR interviene nel disturbo post-traumatico da stress e modifica in tempi abbastanza rapidi il disagio importante che diversamente tende a reiterarsi. L’EMDR (eyes movement desensitization and reprocessing) utilizza i movimenti oculari come tecnica per desensibilizzare il ricordo traumatico e fornisce una risoluzione adattativa dell’esperienza traumatica. Altre tecniche di focalizzazione corporea, rilassamento, mindfulness, contribuiscono all’integrazione mente-corpo con un recupero della condizione di benessere e di sicurezza.
Learn MoreMaster di Specializzazione in Terapia psicomotoria
Il Master ha l’obiettivo di affrontare la pratica della terapia psicomotoria andando ad approfondire tutti i fattori incidenti nella genesi del disturbo, con una maggiore conoscenza delle patologie più frequenti. Verrà privilegiato un apprendimento esperienziale attraverso gruppi di lavoro psico-corporei e attività di supervisione dei casi portati dai partecipanti.
Programma (in allegato)
- Significati biologici delle competenze nei primi tre anni (Roberto C. Russo)
- Correlazioni tra patologia e storia del bambino nelle acquisizioni (Roberto C. Russo)
- Problematiche relazionali e disturbi dello spettro autistico (Roberto C. Russo)
- Problematiche motorie con specifico riguardo alle disprassie (Roberto C. Russo)
- Problematiche dipendenti dal processo di lateralizzazione (Roberto C. Russo)
- Patologie che richiedono l’intervento psicomotorio (Sara Panunzi)
- Disturbi dell’alimentazione e intervento Psicomotorio (Susanna Russo)
- Aspetti neuropsicologici e visuomotori della funzione visiva (Maurizio Giannelli)
- Problematiche e genesi nei DSA (Milena Marini)
- Modalità valutative: Osservazione Psicomotoria e specificità di Test per la conoscenza delle dinamiche evolutive (Roberto C. Russo)
- Dinamiche nelle famiglie problematiche e disturbi infantili (Georgia Russo)
- Aspetti relazionali intra familiari del trauma infantile (Azzurra Senatore)
- Interrelazione tra modelli familiari e sociali (Silvia Russo)
- Fondamenti per l’impostazione della Terapia psicomotoria (Roberto C. Russo)
- Problematiche relazionali Terapista-Paziente (Silvia Russo)
- Conduzione e strategie terapeutiche (Roberto C. Russo)
- Quale Supervisione e quale Supervisore (Susanna Russo)
- Esperienze professionale nella relazione con il bambino (Manuela Talamoni)
- Sessioni di supervisioni dei casi portati dai partecipanti
Durata e frequenza
Il Master ha la durata di un anno accademico (ottobre-giugno).
Sono previsti 10 incontri teorico-pratici a cadenza mensile (sabato ore 9-18) e 6 incontri esperienziali di esplorazione psico-corporea (venerdì ore 17-21).
Iscrizioni
Vengono ammessi un numero massimo di 15 allievi per edizione. Le iscrizioni vengono chiuse al raggiungimento del numero previsto.
Per accedere al Master è richiesto il conseguimento del titolo di TNPEE o dell’attestato di un corso triennale di psicomotricità. Per le altre figure professionali viene rilasciato un attestato di partecipazione.
I colloqui informativi e di selezione vengono realizzati dal mese di maggio fino alla fine del mese di settembre su appuntamento.
Agli iscritti verranno riconosciuti 50 crediti ECM e 50 Crediti F.I.Sc.O.P.
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Learn MoreScuola Triennale di Psicomotricità
La Scuola triennale di Psicomotricità nasce, accanto al CSPPNI, nel 1972: è la prima scuola di formazione per psicomotricisti in Italia.
L’intervento psicomotorio agisce sulla globalità dell’essere bambino nel rispetto della sua storia, della sua personalità e delle sue potenzialità in relazione con l’ambiente familiare e sociale e si realizza in attività ludiche di libera espressività corporea, agite e vissute con l’operatore per attivare un progressivo approfondimento della conoscenza del sé e delle sue possibilità di evolversi e realizzarsi attraverso le proprie competenze motorie, simboliche, cognitive e relazionali. Negli anni, la psicomotricità diviene una proposta adeguata per tutte le età e le situazioni nelle quali l’individuo necessiti il miglioramento della conoscenza di sé nel rispetto delle proprie potenzialità e caratteristiche personali (bambini, anziani e disabili).
Il percorso formativo si focalizza sulla conoscenza pratica nell’organizzazione dell’evoluzione del bambino, dei disturbi dello sviluppo, delle problematiche relazionali, dell’interazione bambino-ambiente, del rapporto psicomotricista-bambino e delle basi fondamentali per la conduzione delle attività psicomotorie.
L’approccio della Scuola ritiene indispensabile una collaborazione con il neuropsichiatra infantile, lo psicologo, il pediatra, lo psichiatra, il gerontologo, il sociologo, il logopedista, il pedagogista e le figure dei referenti scolastici. Fondamentale sarà il supporto alle figure parentali.
Agli insegnamenti teorico-pratici, realizzati in confronto dinamico con l’obiettivo di stimolare gli allievi ad acquisire uno sguardo critico costruttivo, viene affiancata una formazione personale attraverso laboratori esperienziali di vissuti ed espressioni corporee, che hanno lo scopo di migliorare la conoscenza di sé stessi nella relazione con l’altro.
La Scuola triennale di Psicomotricità è accreditata dalla F.I.Sc.O.P. (Federazione Italiana di Scuole e Operatori della Psicomotricità) https://www.fiscop.it/ come formazione triennale di base. Al termine della triennalità, gli operatori potranno iscriversi al Registro F.I.Sc.O.P. Autoregolamentato attraverso un esame di ammissione.
Programma
Il monte ore è diviso ogni anno in tre aree.
1. Insegnamenti teorico-pratici
2. Formazione esperienziale
3. Tirocinio
In allegato il programma dettagliato dei tre anni
Durata e frequenza
La formazione ha una durata di tre anni, con un monte ore complessivo di 2400 ore.
La frequenza è di un pomeriggio alla settimana a partire dalla metà di settembre fino alla fine di giugno di ogni anno. Sono previsti inoltre:
- 10 incontri annuali destinati alla formazione psico-corporea, programmati nelle giornate di sabato
- Qualche sabato per attività di interscambio tra gli allievi delle tre annualità
- 2 incontri annuali di supervisione del tirocinio
- 1 seminario week end su tematica specifica (secondo e terzo anno)
- l’elaborazione di una tesi di ricerca finale.
Alla fine di ogni annualità è previsto un esame di ammissione all’annualità successiva. Per accedere all’annualità successiva è inoltre necessario aver presenziato all’80% delle lezioni.
Iscrizioni
Vengono ammessi un numero massimo di 15 allievi per annualità. Le iscrizioni vengono chiuse al raggiungimento del numero previsto.
Per accedere alla Scuola è richiesto il conseguimento del diploma di Scuola Media Superiore.
I colloqui informativi e di selezione vengono realizzati dal mese di maggio fino alla fine del mese di settembre su appuntamento.
Prezzi
€ 2100 + Iva per anno così suddivisibili
- Primo anno € 260 + iva all’iscrizione e otto rate mensili di € 230 + iva da novembre a giugno.
- Secondo e Terzo anno € 260 + iva entro il 15 settembre e otto rate mensili di € 230 + iva da novembre a giugno.
€ 50 per l’esame del primo e secondo anno
€ 100 per l’esame del terzo anno.
Learn MoreIl significato dell’ intervento psicomotorio
Roberto Carlo Russo
Tratto in parte da: R.C. Russo. Psicomotricità. C.E.A., Milano, Cap.4, pp. 163-165, 2018

La diagnosi e la terapia vanno affrontate nell’ottica del problema bambino-ambiente, l’intervento infantile impostato in un’ottica centrata esclusivamente sul bambino ha fatto il suo tempo dal punto di vista scientifico (Bowoby, Greenspan, Siegel, Stern, Cramer, Palacio-Espasa e tanti altri), ma purtroppo ancora troppo disatteso nell’applicazione pratica.
L’intervento psicomotorio, pur nel rispetto del bisogno terapeutico del bambino, andrà condotto in stretta correlazione con la situazione ambientale familiare e sociale, con l’età, con il tipo delle esperienze intercorse, nel rispetto delle potenzialità, del vissuto e delle motivazioni del bambino.
Tra il processo maturativo, le conoscenze e il vissuto delle esperienze vi è una interdipendenza, a tal punto che una carenza dell’uno determina un conseguenziale riflesso nell’altro; un danno neurologico può limitare le capacità motorie e cognitive e condizionare vissuti corrispondenti alle limitazioni, con il risultato di frustrazioni nei rapporti con l’ambiente, di carente potenzialità di sviluppo, di facilitazioni dell’instaurarsi di meccanismi difensivi e di dipendenza, di limitazione dell’autonomia e di comportamenti facilmente incistati in stereotipi.
Il supporto e l’aiuto educativo ai modelli permetterà di capire le difficoltà, accettare alcuni limiti, adattarsi alle nuove esigenze evolutive e innestare opportuni stimoli.
Nei disturbi relazionali, le problematiche di rapporto investiranno le modalità d’essere dell’individuo e si potranno facilmente riflettere sulla espressività motoria e sulle procedure d’approccio cognitivo. In tali casi la situazione sarà ancora più complessa, per il trattamento del problema, in quanto i modelli, prevalentemente responsabili, richiederanno un comportamento adeguato alle potenzialità, ma che non potrà verificarsi a causa del disturbo relazionale.
L’intervento psicomotorio dovrà permettere l’elaborazione delle problematiche relazionali, nel rispetto della globalità dell’essere, sia nei suoi aspetti motori-cognitivi-relazionali, sia nel rispetto delle caratteristiche personali e motivazionali del bambino.
L’obiettivo dell’intervento è quello di favorire una evoluzione che si basi sul principio di armonizzare tra loro le diverse competenze, in modo tale che il vissuto dell’individuo sia ad esse proporzionale e che il processo di autonomia possa procedere nel rispetto e adattamento al vivere sociale. Si dovrà tenere in debito conto la potenzialità recettiva della terapia in rapporto all’età del soggetto, alla motivazione del bambino, alla disponibilità dell’ambiente a collaborare, affinché sia realizzabile il tentativo di ricostruire ed adattare una struttura della personalità sempre più orientata verso una norma.
Per adempiere a queste premesse, la terapia dovrà consentire al bambino di vivere concretamente le problematiche al fine di ricostruire, in modo migliorativo, quelle esperienze e relativi vissuti delle fasi evolutive in cui sono sorte le problematiche o di stimolare lo sviluppo delle competenze non ancora acquisite (Russo, 1988).
Le dinamiche terapeutiche verranno vissute in uno spazio ed in un tempo corporeamente agito dal paziente e dal terapista per favorire la massima pregnanza di ogni attività esperita.
Il raggiungimento di questi obiettivi richiederà l’impostazione di un setting specifico basato sull’agito a mediazione corporea e una figura terapeutica all’uopo preparata.
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